Il Lab è aperto!

Il Cavallo di Hookii


#9

Lo so che già dal titolo sto girando intorno al cavallo di Troia, ma davvero avrei voluto - partendo da lì - fare un discorso più ampio. Mi ero interrogato anche sull’opportunità di taggare Ubqual, ma proprio per il carattere generale del problema l’ho trovato, boh, non necessario.

Se però parliamo del circo di quel thread lì , beh, hai dato il tuo contributo con una raffica di blastate mica da ridere. Ma mi sono già pentito di averlo scritto. Il piano personale non mi mette a mio agio.


#10

Credo che tu ti sia risposto da solo con “siamo su Internet”: esatto, e abbiamo visto quanto bene funziona l’automoderazione. Poi sei liberissimo di dissentire, ci mancherebbe.

EDIT: aggiungo che la moderazione ex post, come suggerito da Martina, è particolarmente inefficace nei casi in cui l’autore intervenga nei thread relativi ai suoi articoli, perché al momento in cui agisce il danno ormai è fatto.


#11

Difficilmente posso blastare alcuno nel merito di un tema di filologia greca, ma ti ringrazio della stima :slight_smile: .

In ogni caso il mio punto è proprio quello: che fossi intervenuto (a difesa dell’autore peraltro) o meno non sarebbe cambiato nulla: Tiboni di duecento e passa commenti presenti in quel momento è andato a rispondere a uqbal che gli dava del cazzaro e chiaramente era infastidito da questo, non dal “clima” del thread, dubito che si sia accorto che c’era un flame in corso sugli umanisti. Tra l’altro è la stessa cosa che è successa con Barbetta: uqbal ( uq-bal ) che lo devasta e Barbetta che arriva a mandarlo affanculo. Pure nel post di Barbetta si discuteva di non ricordo più cosa, ma l’irritazione è stata causata da posizioni critiche verso l’autore, non da un clima rissoso.

Tra l’altro non voglio neanche personalizzare su uqbal - che in questo momento sta tipo postando una foto di lui che butta nella tazza l’articolo del tizio :smiley: - voglio dire che le tensioni si creano con alcuni autori che mal gestiscono delle critiche accese. Secondo me in linea di massima sbagliano loro, comunque il “clima” non c’entra niente.

P.S. poi naturalmente un po’ più di cautela nel radere al suolo il lavoro di una vita di autori esterni aiuterebbe :slight_smile: però credo che sia appunto più un problema di permalosità di alcuni autori.


#12

Un tempo la regola era di non discutere casi specifici, se non mi sbaglio, però non è che me la prendo per questo. Io sono stato senz’altro ruvido. Però è un fatto, ormai sotto gli occhi di tutti visto che abbiamo anche messo mano al paper, che quel tizio non ha alcuna competenza e non sa quello che dice. Dice una serie di sfondoni enormi, senza capo né cosa, ecc. ecc.

Perché dico questo, e che c’entra? C’entra perché se l’articolo proposto è pieno di strafalcioni imbarazzanti, non si può incolpare se qualcuno lo fa notare dicendo chiaramente in che termini è la cosa. Mi spiace che quel che voglio dire suoni come una mia difesa, ma per quanto aspri possano essere i commenti, fintantoché sono motivati e argomentati, non dovrebbero costituire un problema.

L’autore in questione troverà, nelle sedi accademiche e non in cui avrà la ventura di andare a parlare, una accoglienza identica a quella che gli ho riservato io, o peggiore. Termini come “ridicolo”, “squalificante”, “imbarazzante” ricorreranno spesso perché sono quelli che descrivono esattamente la realtà dei fatti. E’ un caso estremo (poche cose abbiamo pubblicato così insulse) ma rientra nello spettro dei commenti esprimibili.

Con questo, non ne faccio certo una colpa a chi ha fatto la segnalazione, anzi. La segnalazione è stata fatta in perfetta buona fede, ed effettivamente sembrava una cosa interessante. Però se non si dice pane al pane, vino al vino e si evita di definire imbarazzante e ridicolo ciò che lo è, non si rende un buon servizio ai lettori, che potrebbero pensare che quel che stanno leggendo abbia un valore che invece non ha. Capita.


#13

Però mi sembra che Arsenios abbia dato l’esempio di come si può commentare un articolo senza usare aggettivi denigranti. Se il tuo contributo fosse stato di quel tipo dubito che l’autore avrebbe avuto qualche appiglio per incazzarsi.


#14

Io concordo con quanto dice @Ebroin nel post (qnche se il luogo deputato alle metadiscussioni, sarò pedante, ma è questo).

Per tornare al discorso che stiamo facendo qui, ribadisco quello che è il mio pensiero a prescindere dal caso specifico. Anche se uno, commentatore o autore che sia, dice una cazzata epocale c’è modo e modo di ribattere. Non ci si guadagna nulla a utilizzare termini come “ridicolo” o “imbarazzante”, se non quello di mettere sulla difensiva qualsiasi interlocutore, commentatore o autore che sia. Il concetto può essere espresso con la stessa forza utilizzando altri termini o semplici perifrasi. Costa molto dire “tesi assolutamente non circostanziata” invece che “ridicolo”?
Non mi sembra proprio. E non vredo sia rilevante se l’autore verrà spernacchiato a Cambridge per le sue posizioni o se il commentatore verrà scanculato anche dagli amici di infanzia per le sue tesi.
E questo non è un discorso diretto nello specifico ad @uqbal, che è finito in mezzo nel caso specifico, ma generale (perchè di episodi e mldi del genere ne possiamo trovare anche da padte di chi oggi sta “riprendendo” uqbal).

E, dato che stiamo dibattendo serenamente mi spingo un po’ oltre, non capisco cosa ci voglia per adattarsi a norme che sono di convivenza civile.

L’ho già detto (qui: http://lab.hookii.it/t/automoderazione-nel-q3-2017/645) e lo ripeto. Sono modi che non fanno assolutamente bene al sito, a meno che non si vogliano cambiare i claim con un unico “hic sunt leones”. Non fanno bene tra commentatori e ancor meno con gli autori, che oltretutto non conoscono le dinamiche “interne” di hookii.

Ovviamente i litigi ci possono stare, ma pensare in primo luogo a come si reagirebbe se invece che essere colui che scrive certe cose si fosse colui che ne è destinatario e in secondo luogo se davanti ad una birra al bar si proferirevbero le stesse parole con gli stessi toni che si usano per cazziare un autore o un commentatore non è un esercizio difficile.
Mi augurerei che prima o poi lo facessimo un po’ tutti, che ci si sforzasse un po’ di andare incontro agli altri invece che arroccarsi sulle proprie posizioni.


#15

È la rissa che non va bene. La forza si misura sollevando sacchi di cemento, non facendo a botte.
Non so voi ma io, se sotto un mio post sulla Stanza della Segnatura, trovo un commento che dice “Raffaello era un coglione patetico” blocco l’autore e buonanotte, non mi metto lì a rispondere “Coglione patetico sarai tu e tutta la tua famiglia”.


#16

Mi permetto di chiamare in causa @martino e @Yoghi , che non si sono ancora espressi ma che hanno sicuramente posizioni in merito.

Quanto alle mie di posizioni, mi limito a ripetere le soluzioni che ho già enunciato al raduno. Da un lato va aumentato il numero dei mods, dall’altro va assegnato loro un ruolo di mediazione proattiva, ovvero aspettarsi che intervengano con un commento che invita a smorzare i toni.
La persona criticata si sentirebbe così in un certo senso protetta da un dispositivo che dissuade dall’intervenire troppo duramente e con maggiore probabilità resterà a commentare senza prendersela.


#17

Queste analisi post-evento hanno l’unico pregio di far vedere quanto la situazione generata esondi un po’ dappertutto e a cadenza ciclica: il bar e il cazzeggio che travalicano e vengono usati come parametri per impostare la discussione.
Adesso per esempio nel post citato c’è la gara a arrivare a 1000. Perché? Mille commenti utili e interessanti per una discussione? Perché è divertente così, perdendo necessariamente per strada chi volesse seguire uno scambio in base agli argomenti, più che la ricerca della fallacia, i soliti personalismi e al solito circo di Zelig.


#18

Senza offesa @beverly_tozier , ma mi chiedo anche cosa aggiunga un commento come quello che hai scritto alla discussione, se non fomentare quel tipo di dinamiche che tu stessa denunci.


#19

Senza offesa, mi sembra che si cerchi il problema come “altro da sé” e non come situazione generata e spesso alimentata da chi dopo viene a analizzare la situazione e cercare soluzioni al lab.
La soluzione che viene reiterata dalle origini di hookii è sempre la migliore imho: automoderazione, educazione e seguire le regole che evitano le fallacie della discussione da parte degli utenti soprattutto storici


#20

Intervengo a margine della discussione soltanto perché credo valga la pena ribadire il concetto ogni volta che se ne presenta l’occasione, finché non si smetterà di cadere nell’equivoco: la regola è non discutere specifici casi di moderazione, solo quelli.


#21

Lungi da me la volontà di deviare la discussione su altri temi, ma mi permetto di ricordare che la licenza di OT, di cazzeggio e di metadiscussione in calce agli articoli sono più o meno le ragioni numero 1, 2 e 3 per cui è nato hookii. Poi si cerca di farlo diventare molto di più, e lì vanno gli sforzi di tutti quelli che ci si impegnano a vario titolo. Ma ricordiamoci sempre da dove siamo partiti e perché.


#22

Salve a tutti, condivido quanto dice Zona, come associazione culturale è abbastanza sensato che vi evolviate proponendo regolarmente il dialogo con alcuni autori, magari pure criticandoli ma evitando l’effetto “fossa dei leoni”.

In questo contesto ha forse senso quanto dice Rhedon, ovvero dedicare a segnalazioni specifiche (accademiche, magari piú corpose, che prevedono l’invito dell’autore) regole specifiche di moderazione, piú simili al Lab che ai thread normali.

Per tutti gli altri articoli lascerei le cose cosí, eventualmente facendo maggiormente valere il concetto di “pattuglia volante” in cui si rimuova un commento o quantomeno si cazzii quelli che attaccano direttamente autori/testate con insulti.
Per il resto mi tiro fuori da ulteriori analisi “hookii è questo, hookii è quello”.
Saluti e buona giornata a tutti


#23

Secondo me l’aspetto su cui bisogna concentrarsi è essenzialmente uno: il rischio di un effetto branco.
Per deformazione professionale sono portato a preoccuparmi molto di come appare pubblicamente il risultato del mio lavoro. Uno dei miei assilli quotidiani è fermare le rotative, fare dieci passi indietro, togliermi gli occhiali da “professionista” e chiedermi ad alta voce: mettessi piede in questo posto per la prima volta, cosa noterei?
Fermiamo le rotative di hookii, facciamo dieci passi indietro, togliamoci gli occhiali da “mucchi” e chiediamoci ad alta voce cosa vedremmo, se arrivassimo su hookii da fuori e ci accorgessimo che si sta commentando un nostro articolo. Probabilmente vedremmo della gente evidentemente affiatata e in confidenza, con la naturale tendenza a darsi di gomito e fornirsi assist argomentativi, e soprattutto con uno spirito critico tarato due tacche più in alto della media. Non ci sentiremmo un po’ presi nel mezzo? Io mi sentirei un po’ preso nel mezzo. Parecchio preso nel mezzo. E probabilmente sarei portato a reagire alle critiche con una maggiore aggressività di quanto non farei in un contesto più “aperto”.
Credo che di questo dobbiamo sforzarci di tener conto, nell’interazione con gli autori - e più in generale con le facce nuove. Lo dico a me stesso per primo. Dieci passi indietro.


#24

“La licenza di OT, di cazzeggio e di metadiscussione” sono elementi molto molto instabili e da prendere con le dovute precauzioni e non certo da incoraggiare, ma anzi, imho.
Se in ogni articolo proposto venissero a essere la maggioranza tanto varrebbe aprire un bar al giorno e lasciare che il flusso scorra potente, senza dover far perdere tempo e fegato a chi cura la pubblicazione degli articoli


#25

Aggiungo: ordinando i commenti dai migliori (che è anche l’ordinamento di default di disqus btw) non sono certo quelli in stile bar che appaiono per primi.


#26

Non si tratta di incoraggiare, si tratta soltanto di tener presente che, a meno di non istituire la premoderazione, non esistono precauzioni possibili. L’unica precauzione applicabile c’è già, ed è il bar, che in teoria ha lo scopo preciso di assorbire parte consistente dello svacco. Ma la conseguenza è che all’interno del bar si avviano spesso discussioni parallele a quelle sotto gli articoli, e a quel punto il problema diventa quello. Se copri i piedi, terrai scoperta la testa, e viceversa.
Sono equilibri complessi, ma credo che il modo migliore per mantenerli sia fare ciascuno la propria parte, ciascuno secondo le proprie sensibilità e inclinazioni, perché se prendi cento persone e chiedi loro cosa sia hookii, avrai cento risposte diverse, e credo sia proprio questo che lo rende un luogo interessante. Un certo livello di instabilità è la conseguenza inevitabile del trovarsi in un luogo di libera discussione. L’importante è tarare gli strumenti perché quell’instabilità sia contenuta entro i livelli d’allarme.


#27

Eppure scommetto che frugando nel tuo vocabolario non ti sarà difficile trovare termini altrettanto efficaci e che pure non inducano la controparte a mettere l’elmetto. Perchè da quelli alla lotta nel fango la distanza è breve.

Secondo me quel singolo 3d sarebbe da stampare e da consegnare in una cartellina ai soci perchè rappresenta plasticamente punti di forza e difetti di hookii. Si è passati dall’esegesi dei testi antichi alle gif sfanculose, dal Simoenta al e allora tu , dalle freddure geniali ai colpetti di gomito da baretto dei bianchini nel giro di una manciata di post. Praticamente lo Strano Caso del Dottor Hookii e Mister Post.

A rileggerlo con spirito critico potrebbe essere veramente una svolta di maturità per il sito. Cioè, non lo sarà, non sono così fesso. Ma in un mondo perfetto potrebbe esserlo.


#28

Sono d’accordo sugli equilibri, infatti credo siano da tenere presente anche le precauzioni come “automoderazione, educazione e seguire le regole che evitano le fallacie della discussione da parte degli utenti soprattutto storici” (autocit.), per dare il buon esempio, soprattutto a chi lurka e chi voglia fruire di discussioni che non siano esondazioni da bar